È risaputo che Chrome consuma molta RAM, eppure la maggior parte dei Chromebook ne possiede solo 4 GB. Nonostante ciò, Chrome OS gestisce la RAM in modo peculiare rispetto a Windows o macOS, riuscendo a ottenere prestazioni elevate anche con risorse limitate.
I Chromebook e la RAM: una questione di ottimizzazione
Non bisogna cadere nell’errore di pensare che il comportamento di Chrome su Windows o macOS sia replicato su Chrome OS. Quest’ultimo, infatti, ha un’architettura e una gestione della RAM totalmente differenti.
Senza addentrarci in tecnicismi eccessivi (cosa molto semplice in questo contesto), analizziamo come Chrome OS sfrutta la RAM. Essendo basato su Linux, il kernel gestisce la memoria in modo simile, con alcune ottimizzazioni specifiche di Google per Chrome OS.
zRAM: l’arma segreta per la fluidità
Chrome OS impiega una tecnologia chiamata “zRAM”, che permette di mantenere il sistema reattivo anche con poca RAM. Si tratta di una memoria virtuale compressa, che crea un blocco compresso nella RAM, utilizzandolo al posto della memoria virtuale tradizionale, situata sul disco rigido (e quindi più lenta).
I dati vengono trasferiti in questo spazio compresso secondo necessità, fino al suo riempimento, momento in cui si utilizza lo spazio di swap (RAM virtuale sul disco rigido). Ne consegue un utilizzo molto più rapido ed efficace della RAM. La compressione al volo di zRAM e la maggiore velocità della RAM rispetto allo swap consentono a Chrome OS di fare molto con poco.
“Doppia parete”: la strategia per la gestione della memoria
Google massimizza ulteriormente l’efficienza della RAM con un sistema definito “stato di memoria insufficiente a doppia parete”. Il sistema imposta una “parete morbida” che, una volta raggiunta, avvia l’eliminazione delle attività meno recenti. Inizia con le schede aperte ma non visualizzate, poi con quelle in background non attive, fino ad arrivare alle schede in primo piano. Il sistema cerca di chiudere i processi meno rilevanti per l’utente, prima di adottare misure più drastiche.
La seconda parete, quella “dura”, si attiva quando la RAM è completamente esaurita, invocando il killer OOM (Out of Memory) del kernel. In questo caso, Chrome si blocca. Fortunatamente, ciò accade di rado: una volta colpita la parete morbida, l’eliminazione dei processi in background è sufficiente per evitare l’attivazione della parete dura. Se ciò accade, è spesso per errori di altro tipo, come una rapida perdita di memoria.
Tutto ciò non implica che non possa esserci “troppa poca RAM” su un Chromebook, tutto dipende dall’utilizzo.
Quanta RAM è necessaria?
La RAM dei Chromebook varia da 2 GB a 16 GB. Il valore standard è stato di 4 GB, ma i modelli con 8 GB stanno diventando sempre più comuni. Per scegliere la configurazione giusta, occorre valutare l’uso previsto del Chromebook.
Se si tratta di un dispositivo secondario, da usare in parallelo ai computer “principali”, non è necessario un sistema molto potente. Per navigazione leggera, email e social media, un modello da 4 GB è perfetto. Sarà anche più economico di un sistema più performante.
Se il Chromebook sarà la macchina principale per lavoro, studio, gioco, è consigliabile optare per una maggiore quantità di RAM. 8 GB sono in genere sufficienti per la maggior parte degli utenti, ma gli utenti più esigenti possono valutare i modelli da 16 GB, ancora rari, ma esistenti.
È importante considerare anche la durata prevista del Chromebook. L’introduzione di nuove funzionalità come le app Linux e i desktop virtuali potrebbe intensificare l’uso del sistema, rendendo necessaria una maggiore quantità di RAM. Man mano che Chrome OS evolve, potrebbe essere necessario utilizzarlo per compiti più gravosi. In tal caso, avere più RAM è un vantaggio.
Un’esperienza personale: il mio Google Pixelbook, con 8 GB di RAM e processore Core i5, è stato utilizzato con due monitor esterni per un’intera settimana lavorativa. Ho svolto le stesse attività che normalmente faccio sul mio PC Windows, dal fotoritocco alla ricerca, ma con un setup multischermo su Chromebook. Avevo spesso più di 30 schede aperte, insieme ad almeno sei o sette applicazioni. Ha gestito tutto senza problemi, anche se alla fine della giornata il sistema iniziava a rallentare e dovevo chiudere alcune app attive da oltre 10 ore.
Ci sono state poche occasioni in cui ho desiderato avere 16 GB di RAM sul Chromebook. Eppure, ci ho pensato, almeno una o due volte.
La scelta dipende dall’utilizzo previsto e dalla quantità di RAM necessaria. I Chromebook più economici hanno 4 GB di RAM, un’opzione valida se le proprie esigenze non sono elevate. Per chi necessita di più, occorre optare per i modelli con 8 GB o superiori, che sono ancora più costosi.