La configurazione della tua Smarthome potrebbe rompersi e non c’è niente che tu possa fare al riguardo

I tuoi dispositivi per la casa intelligente, nonostante funzionino al meglio in questo momento, sono sempre esposti al rischio di malfunzionamenti. Un aggiornamento forzato o una modifica da parte del produttore, infatti, potrebbero comprometterne il funzionamento, temporaneamente o in modo definitivo. E la cosa peggiore è che spesso non si ha alcun controllo su questo.

Gran parte dei dispositivi per la smart home disponibili oggi sul mercato si basano sulla connettività cloud. Questo significa che per aggiornamenti e supporto, questi apparecchi necessitano di una connessione internet costante e devono rimanere in contatto con i server del produttore. Questo aspetto, se da un lato offre praticità, dall’altro presenta diverse insidie.

Problematiche legate al server

Immagina di voler regolare la temperatura dal tuo smartphone e, al posto dei comandi, ti appare un messaggio di “server non disponibile”. Questo piccolo inconveniente ti dà un’idea di ciò che stiamo trattando.

Potresti pensare di essere connesso alla stessa rete Wi-Fi del termostato, e quindi di poter comunicare direttamente con esso tramite il tuo telefono. Purtroppo, non è così che funziona. Questo è un chiaro esempio di quanto frustranti possano essere i prodotti per la smart home basati sul cloud.

Anche se tecnicamente la comunicazione locale tra dispositivo e hardware fosse possibile, è sempre indispensabile una connessione esterna ai server del produttore. E se questa connessione dovesse interrompersi, l’accesso da remoto diventerebbe impossibile.

Aggiornamenti che possono danneggiare

Alcuni dispositivi permettono di programmare gli aggiornamenti, altri li eseguono automaticamente, senza chiedere il consenso dell’utente. È frequente che un aggiornamento forzato causi problemi inattesi, sia per pochi utenti che per l’intera base di utilizzatori del servizio.

È successo recentemente con l’Harmony Hub di Logitech, quando l’azienda ha aggiornato automaticamente il firmware degli hub per risolvere delle vulnerabilità di sicurezza. Sfortunatamente, questo ha bloccato l’accesso alle API, rendendo inutilizzabili le integrazioni che gli utenti avevano creato.

Logitech ha avuto la prontezza di consentire agli utenti di riattivare l’accesso API locale, ma il problema ha causato non pochi disagi a tutti gli utilizzatori di Harmony Hub.

Questi problemi possono verificarsi con qualunque dispositivo smart home basato su cloud. La situazione peggiora quando il malfunzionamento colpisce un dispositivo da cui si dipende molto, come un videocitofono o delle luci intelligenti.

La chiusura delle aziende e la fine dei prodotti

Quando si acquista un prodotto smart home che si appoggia al cloud e necessita di una connessione ai server del produttore, si diventa dipendenti dall’azienda.

Un’azienda potrebbe decidere che la manutenzione di un prodotto non rientra più nella sua strategia di business. Potrebbe decidere di interrompere la produzione e il supporto, lasciando i clienti con un fermacarte al posto del prodotto per cui avevano pagato.

È quanto è accaduto a Lighthouse e alle sue telecamere di sicurezza, come anche all’Hub Revolv di proprietà di Nest. Più di recente, Lowe’s ha definitivamente chiuso la sua piattaforma smart home Iris, a causa del calo di interesse e delle scarse vendite. Gli utenti del sistema Iris si sono ritrovati con degli hub inutilizzabili (anche se dispositivi e sensori possono ancora funzionare con altri hub). Fortunatamente, Lowe’s offre rimborsi ai clienti Iris, ma non tutte le aziende sono altrettanto generose.

Come comportarsi?

Nonostante non si possa fare nulla per evitare totalmente questi problemi, ci sono delle accortezze che si possono adottare per ridurre il rischio.

Per cominciare, conviene affidarsi a produttori e brand già affermati, con una buona reputazione. Non è una garanzia al 100%, ma la maggior parte delle aziende chiude un dispositivo o un servizio smart home quando questo non è popolare tra il pubblico e non genera sufficienti entrate.

Marchi come Nest, Ring, Ecobee, Philips Hue, Arlo e WeMo sono molto popolari e hanno una vasta base di utenti. Queste aziende hanno una reputazione da difendere e difficilmente chiuderebbero i loro servizi a breve termine.

Naturalmente, si dice che ogni impero prima o poi crolli. Quindi è possibile che uno dei marchi citati possa chiudere in futuro. Sta a te decidere se correre questo rischio.

Un’altra soluzione, suggerita da molti appassionati di smart home, è quella di evitare del tutto i prodotti basati sul cloud. Lo svantaggio è che questi prodotti non sono sempre facili da configurare e non sono adatti ai principianti.

Diverse aziende (come HomeSeer e Hubitat) si stanno impegnando per semplificare la creazione di case intelligenti basate su reti locali. Tuttavia, è ancora forte la tentazione di acquistare prodotti come il termostato Nest, il videocitofono Ring, le luci Hue e una videocamera Wi-Fi.